FLOP DELLA MANIFESTAZIONE ANCI A ROMA

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13/07/2021

Si è svolta il 7 luglio a Roma la Manifestazione indetta dall’ANCI per protestare contro l’insostenibile peso di tanti vincoli all’azione di Sindaci, amministratori e funzionari comunali. ANCI ha buona presa sulla stampa e infatti i giornali riportano una partecipazione di 600 Sindaci. In realtà nella foto che inquadra i partecipanti se ne contano meno di 200. Per ASMEL, impegnata da sempre nel denunciare i guasti del bigottismo normativo, autentico freno all’azione della pubblica amministrazione e di tutto il Sistema Italia, non è stato certo un bello spettacolo. La semplificazione delle norme e la garanzia di un minimo di certezza del diritto, rappresentano rivendicazioni sacrosante. L’insuccesso della manifestazione è uno smacco per tutti, non solo per ANCI. Il problema è che essa ha perso ogni credibilità non solo verso la politica, a causa della acquiescenza sempre manifestata, ma soprattutto verso la base associativa che non si sente rappresentata da un’organizzazione che si comporta come una sorta di Istituzione sovraordinata rispetto ai propri dante causa. Infatti siede in Conferenza Stato Città ed avalla sempre tutto, ma proprio tutto, con il risultato che dopo tanti tagli, i frati sono poveri mentre è ricco chi (ANCI/IFEL) viene riconosciuto loro rappresentante in esclusiva. Basti pensare allo svuotamento dei trasferimenti erariali, tanto che l’Ufficio Studi della Camera ha rilevato che i Comuni sono passati da percettori di risorse a contributori netti dello Stato. Per non parlare dell’«istigazione a delinquere» rappresentata dalla norma sull’accorpamento coatto dei Comuni con meno di 5.000 abitanti. Una evidente violazione del principio di autonomia costituzionalmente garantita, propugnata con insistenza proprio da chi sostiene di rappresentare i Comuni. Di fronte alle difficolta applicative della norma (era difficile trovare comuni contigui da accorpare) ANCI ha proposto di alzare l’asticella a 15.000 abitanti. Senza nemmeno accorgersi di proporre l’«azzeramento» del 90% dei Soci che dichiara di rappresentare. L’abbiamo fatto notare e ha ritirato la proposta. In compenso, nell’ultimo milleproroghe ha avallato la proroga della norma, ormai dichiarata incostituzionale. Troppe le divergenze che ci separano da ANCI. E non siamo i soli. In questi anni si è affermato un pluralismo della rappresentanza dei Comuni e un contrasto vivace tra Associazioni che dichiarano gli stessi fini. Tuttavia è giunta l’ora di serrare le fila e fare fronte comune per far valere con forza le istanze delle pubbliche amministrazioni più vicine al territorio e ai bisogni dei cittadini.

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