IL RE CONSIP È NUDO

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12/04/2021

«Caro Onorevole, abbiamo solo mostrato che il re è nudo», così Francesco Pinto, Segretario generale ASMEL ribatte al Vice Presidente della Camera Fabio Rampelli che ha definito debole la replica dell’Associazione alle critiche sulla sperimentazione in atto per consentire ai Comuni Soci acquisti su Amazon, approfittando a parer suo di qualche buco normativo nelle regole CONSIP. «Buchi improbabili - sostiene Pinto - visto che essa è richiamata ben 435 volte in Gazzetta Ufficiale nell’ambito di 115 norme, tutte a tutelarne il monopolio negli acquisti pubblici. Su Amazon i risparmi per gli Enti sono ragguardevoli rispetto a CONSIP, come sa qualsiasi funzionario o amministratore locale. I risparmi si ottengono con la concorrenza e non con i monopoli».

Il sistema architettato da ASMEL è basato su un canale telematico tra Amazon e Associazione, la quale abilita i Soci ad effettuare ordini sul marketplace americano, con le proprie credenziali, e a ricevere i prodotti in 24 ore senza costi aggiuntivi. Se il Comune accetta la merce ricevuta, Amazon fattura all’Associazione, che a sua volta rifattura senza ricarico ai Comuni, con IVA scorporata, nel rispetto di tutte le regole, anche quella dello “split payment” imposto agli pubblici italiani.

La fase di sperimentazione, conclusa sul lato ASMEL, non è ancora giunta a termine sul lato Amazon che ha difficoltà a ottenere, da tutti i fornitori presenti in piattaforma, la disponibilità ad adottare le regole fiscali necessarie ad operare con Enti pubblici. 

Rampelli aveva anche affermato che Amazon “sbarca nel paese della cuccagna, la burocrazia italiana”.

«Ci vuole tanta fantasia per definire la burocrazia, specie quella dei Comuni, come il paese della cuccagna – replica Pinto - dopo tanti anni di spending review che ha azzerato i trasferimenti erariali. Suggeriamo all’Onorevole di leggere l’analisi dell’Ufficio Studi della Camera, che dimostra come le parti si siano ormai invertite, con i Comuni trasformati in contributori netti dello Stato centrale».

«Il dato più rilevante - insiste Pinto -  è sotto gli occhi di tutti e lo denunciamo da anni.  Possibile che Rampelli non si accorga che tante regole pro Consip producano solo maggiori costi per gli acquisti della PA? Perché non insedia una Commissione parlamentare per appurare l’origine di questa bulimia di regole, con le quali CONSIP costringe gli Enti a pagare anche il doppio, il triplo, di quanto qualsiasi privato spende su Amazon?». «I tanti codicilli tipici del nostro bigottismo normativo, che tanto asfissia non solo i Comuni, ma l’intero Sistema Italia, appaiono utili solo a puntellare un apparato autoreferenziale. La differenza tra le regole AMAZON e quelle CONSIP è sbalorditiva, in forza del pragmatismo anglosassone che punta ai risultati ed è mille miglia lontano dalle pastoie del nostro bigottismo normativo. Da una parte, venditori accreditati solo in funzione del successo conseguito con i clienti. Dall’altra, imprese accreditate e messe in competizione sulla base delle mille regole del Codice dei contratti. Cui si sommano le centinaia pro CONSIP. La pandemia, con il flop di apparati centrali, regionali e metropolitani insegna che la politica deve dettare le regole, non il contrario».

«In ogni caso - conclude Pinto - nessun aggiramento delle regole CONSIP, istituita fino a prova contraria per produrre vantaggi per gli Enti pubblici. Nessuno acquisterebbe su AMAZON prodotti offerti sul portale pubblico a condizioni migliori».

Qui l’articolo de Il Fatto Quotidiano

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