UNO SPIRAGLIO PER IL RINVIO DEL DIGITALE SUI MICROACQUISTI

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30/01/2024

A Roma continuano a far finta di nulla sul “terribile gennaio” che sta bloccando l’intero sistema degli appalti. Sono andate in tilt le piattaforme di ANAC, Consip e delle principali Centrali regionali, nonostante fosse noto da tempo che col nuovo anno sarebbe scattato l’obbligo di digitalizzazione. Solo ANAC riconosce le défaillance con un Comunicato del 26 u.s., in cui premette: Viste le circostanze eccezionali derivanti dalla fase di avvio del nuovo sistema di gestione degli appalti. Ma non poteva esimersi, perché si è bloccata anche la procedura di pagamento delle proprie competenze…La digitalizzazione degli appalti rientra negli obblighi PNRR concordati a Bruxelles e avrebbe richiesto un congruo periodo di rodaggio nei mesi successivi a marzo 2023 quando è stato annunciato. Ovvio che a Roma si preferisca ora tacere, ignorando le proteste degli addetti ai lavori. Naturalmente, c’è da attendersi la solita litania sui Comuni, specie quelli più piccoli descritti come perennemente in difficoltà di fronte alle innovazioni tecnologiche. Buon preludio per i soliti noti (Anci, Ifel?) che chiederanno finanziamenti per attività di formazione e consulenza. 

Ma ciò che maggiormente lascia interdetti è la pretesa di equiparare sul piano informatico i microacquisti a tutti gli altri affidamenti (imponendo il DGUE, i costi di manodopera, ecc).  Di fronte a tante défaillance, si poteva almeno evitare di inceppare anche questo settore dove gli acquisti sono numerosissimi. Vero che ANAC ha “concesso” di dirottare i microacquisti - fino al 30 settembre prossimo sulla piattaforma PCP – ma nemmeno questa soluzione risolve il problema. Ci si aspettava un intervento risolutore da parte del Governo già con il DL 215 del 30 dicembre, il famigerato milleproroghe, che avrebbe ben potuto effettuare il rinvio dell’obbligo all’anno prossimo, in attesa di tempi migliori. Ma gli apparati centrali hanno scelto di mettere la testa nella sabbia per non evidenziare le proprie incapacità gestionali. Fortunatamente un gruppo di deputati FdI ha accolto le rimostranze degli addetti ai lavori e ha presentato un emendamento al DL: Fino al 31 dicembre 2024 per gli affidamenti diretti di importo inferiore a 5.000 euro non sarà obbligatorio il ricorso alle piattaforme certificate”. Il buon senso prevale almeno tra gli eletti del popolo. Ora bisogna sperare che nessuno si metta di traverso e che l’emendamento venga accolto entro febbraio. Nelle more, l’obbligo di digitalizzazione come aggravio procedurale persiste anche nei microacquisti. Naturalmente in ASMECOMM le cose funzionano poiché all’aggravio procedurale corrisponde la messa in campo di risorse extra da parte della Centrale dei Comuni.

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